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Covid. Piovella (Soi) lancia l’allarme: “Causa pandemia persi 400 mila interventi chirurgici e circa 8 milioni di visite oculistiche”

“Sono state lasciate indietro le prestazioni assistenziali ambulatoriali e gli interventi chirurgici tranne quelli urgenti. Oggi si cerca con impegno di rimediare, ma l’oculistica Ssn paga in modo spropositato la mancanza di aggiornamento organizzativo per non aver saputo adottare le migliori tecnologie presenti in altri Paesi o disponibili nelle organizzazioni private che operano affiancando la sanità pubblica”. Così afferma il presidente della Società oftalmologica italiana, Matteo Piovella, in occasione del 100° Congresso nazionale.

Liste d’attesa per le cure salva vista, al 100° Congresso Nazionale Società oftalmologica italiana (Soi), in programma da oggi al 27 novembre a Roma, sono evidenziate tutte le criticità del Ssn ma anche proposte le soluzioni urgenti necessarie. Causa Covid, infatti, non si sono potuti svolgere 400.000 interventi chirurgici e circa 8 milioni di visite specialistiche oculistiche. Le difficoltà dell’assistenza oculistica pubblica non riescono a garantire in tempo un regolare accesso alle cure.

Il presidente della Soi, Matteo Piovella, ha evidenziato le difficoltà operative che hanno colpito l’assistenza pubblica oculistica in Italia. “L’oculistica è stata giudicata, inadeguatamente, una tipologia di cura “elettiva” quindi non prioritaria perché non “salvavita” e per questo passa in coda a tutte le altre modalità di assistenza carico del Ssn – dice Piovella – mentre, al contrario, risulta fondamentale il suo ruolo di attività “salva vista” considerando che in Italia il numero dei ciechi è destinato a raddoppiare entro il 2030. Non vedere è un dramma improvviso e poco imprevedibile. E può colpire tutti, anche quelli che si vantano di aver sempre visto perfettamente. Per questo serve particolare attenzione e una corretta informazione e prevenzione“.

“La pandemia Covid ha reso difficile organizzare la necessaria assistenza sanitaria penalizzando tutti i sistemi del mondo. Sono state lasciate indietro le prestazioni assistenziali ambulatoriali e gli interventi chirurgici tranne quelli urgenti. Oggi si cerca con impegno di rimediare, ma l’oculistica Ssn paga in modo spropositato la mancanza di aggiornamento organizzativo per non aver saputo adottare le migliori tecnologie presenti in altri Paesi o disponibili nelle organizzazioni private che operano affiancando la sanità pubblica: troppi tagli economici che hanno permesso solo al 48% dei 7000 medici oculisti italiani di essere inclusi a sostegno del Ssn. I dati sulle liste d’attesa, sono allarmanti – commenta Piovella -: fino a tre anni di attesa per la chirurgia della cataratta mentre il 70% dei pazienti a rischio perdita della vista per la maculopatia non hanno possibilità di accesso alle cure necessarie. Una difficoltà storica presente già prima dell’era Covid quando le terapie per le maculopatie erano garantite solo al 30% delle persone che ne avevano bisogno. Oggi questa copertura si è ulteriormente ridotta al 10%”.

“La mancanza di fondi dedicati per l’oculistica ha colpito anche le strutture private convenzionate che dipendono da un sistema pubblico privo delle necessarie risorse. Per questo è importante informare che solo l’assistenza oculistica privata pura può essere sostenuta dal pagamento diretto dei costi da parte del paziente. Questa opportunità ha permesso di introdurre le tecniche e tecnologie di ultima generazione senza i limiti penalizzanti di un budget economico insufficiente. Altra discriminante caratteristica del totalmente privato sono l’assenza delle liste di attesa, operatività apprezzata dai cittadini oggi non disponibili alle attese. Per l’Oms 2,2 miliardi di persone nel mondo soffrono di patologie oculari. In Italia si stima che le malattie a rischio perdita della vista colpiscano 6 milioni di pazienti. I difetti della vista che necessitano la correzione con occhiali sono presenti in 40 milioni di italiani. 500mila persone sono affette da maculopatia, una malattia della retina che porta, se non curata, a non vedere più”.

“Senza una buona vista vivere in questo mondo è molto complicato e molti non se ne preoccupano. Voglio ricordare – dice Piovella-  che i 7.000 medici oculisti visitano ogni anno 20 milioni di persone salvando la vista a un milione e trecentomila persone.
La chirurgia della cataratta si è evoluta: oggi l’intervento consente di eliminare tutti i difetti di vista presenti da lontano oltre a quelli da vicino. Dopo l’intervento è possibile guidare e leggere il giornale senza più dipendere dagli occhiali. Un grande risultato possibile solo al miglioramento delle cure degli ultimi 20 anni. Purtroppo le tecniche e tecnologie avanzate sono adottate nell’1% dei 650.000 interventi di cataratta eseguiti ogni anno in Italia. Pochi e non significativi negli ospedali pubblici dipendenti Ssn. questa è una criticità che ci impegnati al 100% da molti anni- continua Matteo Piovella- perché noi ci sentiamo responsabili nel dover offrire ai pazienti la miglior cura salva vista. Quando non è possibile, come oggi normalmente avviene, ci sentiamo sconfitti e impotenti privi della possibilità di tutelare la vista dei nostri pazienti”.

“Anche la semplice effettuazione delle visite medico specialistiche oculistiche nell’organizzazione pubblica va aggiornata – prosegue il presidente Soi -. Oggi le liste d’attesa sono demotivanti. In alcuni ospedali vieni informato che le prenotazioni sono sospese fino a sine die. Ma una volta ottenuto il miracoloso appuntamento la prenotazione vale solo per una parte spezzettata della visita: o il controllo della pressione oculare, o l’esame del fundus, o la prescrizione degli occhiali eccetera, eccetera…. È il modello delle ex Mutue degli anni 60. Solo che allora la tecnologia e gli esami che oggi si devono effettuare necessariamente allora non esistevano proprio. E quindi incomincia il tour delle successive prenotazioni a mesi di distanza per effettuare esami urgenti quali OCT, Fluorangiografia, campi visivi e la storia continua. Una storia di totale e vergognoso fallimento. Oggi una visita medico specialistica oculistica deve prevedere l’effettuazione di quanto necessario in tempo reale. Il Medico Oculista deve essere assistito sempre da un infermiere o un ortottista assistente di oftalmologia. Cosi avviene in ogni Paese di livello come l’Italia”.

“Infine, è importante conoscere il calendario Soi delle visite medico oculistiche a salvaguardia della vista. Serve rispettarlo per poter veder bene tutta la vita. La prima visita medico oculistica va effettuata alla nascita, poi entro i tre anni d’età ,il primo giorno di scuola, a 10 anni, dai 40 ai 60 anni ogni due anni e dopo i 60 anni annualmente. Chi è stato operato agli occhi una volta all’anno. Riduce del 90% il rischio di perdere la vista – conclude Matteo Piovella -. Soi da 152 anni ha il compito istituzionale di accendere la luce sulla qualità e la facilità di accesso alle cure da parte delle persone a rischio perdita della vista. Lo abbiamo sempre fatto, lo stiamo facendo e lo faremo in futuro con la stessa abnegazione e impegno allora come oggi al servizio della gente”.

Fonte: quotidianosanita.it